Corrispondenza
Antonio Ghislanzoni a Giuseppina Strepponi, 27/09/1870
Data
- Data
- Mariaga, 27 settembre 1870
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, quattro facciate scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Mariaga 27 Settembre 1870.
Egregia Signora:
Le sono in debito di una risposta, ed eccomi a Lei. Comprendo come Ella, in questi momenti, abbia poca voglia di intraprendere il giro del mondo. La nostra Italia, la nostra povera Francia ci danno troppo da pensare. Lo spettacolo a cui assistiamo è atroce, ributtante; ma non c’è verso di ritorcere gli occhi da esso.
Poiché in ogni cosa mi compiaccio di vedere le sue idee e quelle dell’illustre di Lei marito pienamente conformi alle mie, vediamo un po’ se anche sugli avvenimenti di Roma si va d’accordo. Le dirò molto schietto che la conquista di Roma mi ha rallegrato mediocremente. Mi riesce inconcepibile come potranno coesistere nella medesima città un papa ed un Re d’Italia, un parlamento ed un collegio di cardinali, la libertà di stampa e l’Indice, il Codice Civile e il Sillabo. Cosa uscirà da questo caos? Quanto genio, quanta furberia si esige ora nei nostri uomini di stato per non lasciarsi soverchiare dalla Curia! Riusciranno essi? E non riuscendo, dove andremo a finire? Alla anarchia, od alla Santa Inquisizione? Mi perdoni questo sfogo politico. Con Lei, Signora Giuseppina, sono permesse tali licenze; ella stessa le ha in certo modo autorizzate rivelandomi la sua coltura e i suoi sentimenti patriotici.
Dal mio romitaggio, popolato di fiori, di uccelli, di conigli e d’altri quadrupedi intelligentissimi ma altrettanto innocenti, non posso inviarle veruna notizia interessante Si faccia mia intermediaria presso il di Lei egregio marito, e gli dica che se egli ebbe i brividi or fanno poche settimane per cagion mia, io pure da due giorni ho la terzana non vedendo comparire sue lettere. Quale impressione avrà prodotta il mio terzo atto? Il proverbio dice: nessuna nuova, buona nuova – ma io diffido troppo dei proverbii e diffido ancora più di me stesso per abbandonarmi ingenuamente alle illusioni. Mi aspetto di dover mutare da capo a fondo tutta quella trama di versi – e sia pure. Dica al maestro che ordini senza misericordia, senza ritegno; ma non mi lasci in questa penosa incertezza.
Mi saluti tanto sua sorella, della cui salute non ebbi più notizie, ed Ella, signora Giuseppina, mi creda, come ho l’onore di dirmi Devotiss.mo e affezmo
A. Ghislanzoni
Note
- Già in I-BSAv.
Posseduto Insv
–