Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 16/06/1888

Data

Data
Milano, 16 giugno 1888

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
[Busseto]

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Due bifolii, otto facciate scritte, con busta affrancata (20 cent.).

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Trascrizione


                                                                                      Milano, 16 giugno 1888.
Illustre Maestro.

          Da molti giorni ogni mezz’ora, si può dire, esclamo: adesso scrivo al nostro caro Maestro!!... ma sì: dal dire al fare qui a Milano non vi può essere di mezzo il mare, ma una sequela di occupazioni, preoccupazioni, affari, cose tutte obbligatorie e doverose, è vero, ma le quali mi impediscono di compiere non solo un dovere verso di Lei, sempre gradito, ma altresì di procurarmi un vivo piacere ed un onore, scrivendole il più sovente possibile. Oggi finalmente, prima di lasciarmi travolgere da quella “bufera infernal che mai non cessa” degli affari, ho voluto soddisfare a questo desiderio ed ho fatto dire che per mezz’ora sono andato a vedere sul banco di Terranova la pesca del Tonno!... così mi lascieranno tranquillo.
     C’è un da fare immenso, molto più grande di ciò che mi aspettavo, per organizzare l’amministrazione Lucca e riunirla alla nostra – Se parecchie volte io ebbi occasione di lamentarmi con Lei di qualche imperfezione e deficienza della nostra, che dirle di quest’altra?... C’è da mettersi le mani nei capelli!.. Un vero sfacelo!... un orrore! – Nessuna abitudine di disciplina, tutti padroni di fare e disfare, cominciando dall’ultimo degli operai!.. Se a ciò, aggiungasi che sto pure riformando in molte parti la nostra amministrazione capirà in quale ginepraio mi dibatta, e come debba armarmi di pazienza e sangue freddo, per non sbagliare sia col vedere troppo in nero, o viceversa – Ma la responsabilità che mi incombe è grandissima, la somma dei capitali affidatami ormai ingente, e bisogna pure ch’io giustifichi la fiducia dimostratami dalle ottime persone che tale somma ingente rimisero nelle mie mani – A queste responsabilità generali si aggiungono quelle particolari che necessariamente gravano i primi esercizi di una pressoché nuova Azienda, e che sono spese straordinarie di avvocati, notai, procure, atti ecc. ecc... con tutte le benedizioni che seguono: cartaccie tutte, ma che fanno salassi nella Cassa!... e quali salassi! – Un’altra causa di dolorosa preoccupazione è il licenziamento progressivo di tutto il personale esuberante ed inutile della già Ditta Lucca: questa antipatica necessità, mi agita non poco e mi riesce quanto mai spiacevole – Vi procedo a gradi, cercando lenire i colpi di spine!... ma bisogna pure fare e disporre! – Io credevo altresì che la Siga Lucca, avendo concluso un eccellentissimo affare, si sarebbe decisa a distrarre un 25,000 lire dalle grosse somme intascate, e così senza sensibile sacrificio, dare piccole ma utili sovvenzioni proporzionali ai suoi ex dipendenti che rimanessero licenziati. Ma fino ad ora nulla ha fatto, e non so se farà – Quanto a me, valendomi delle facoltà di gerente, ho disposto per regalare a cadauno dimesso l’importo di una mesata, e spero che nessuno de’ miei soci troverà a ridire intorno a questa misura umanitaria –
     Un altro motivo di grande e seria occupazione l’ho nella salute di mio padre – Debbo pur troppo constatare da circa 15 giorni che è in Milano, un marcatissimo deperimento, causato da una molto diminuita nutrizione e conseguente diminuzione di forze – I medici opinano trattarsi di una di quelle leggiere gastriche reumatiche, che hanno processo lentissimo, ma che non segnano alcun pericolo. Da due giorni sta però meglio e spera Martedì poter ritornare in campagna: e siccome là ed aria ed acqua sono indubbiamente cento volte migliori che non a Milano, ho fiducia che potrà rimettersi completamente in forza e sopratutto godere tranquillità – Poiché, quantunque nulla sappia di positivo, tuttavia parmi che, come quasi sempre quand’è in Milano, anche questa volta mio padre sia tormentato dalle solite noje, e fastidi famigliari!! – E me ne spiace, che vorrei vederlo tranquillo e contento, una buona volta! – Per ciò che mi riguarda, poi, neppure in questa occasione, in cui vado incontro a così grandi impegni morali e materiali, mio padre ha fatto qualche cosa per me!!... né ha migliorato la mia posizione di famiglia... anzi, precisamente il contrario, che pur sapendo i nuovi impegni miei, li lascia completamente gravare sulle povere mie spalle – Ma è così!... io non fui capace mai di difendere i miei proprî interessi!... e tanto meno in faccia a mio padre, sia per quel rispetto che gli debbo, sia per una certa quale debolezza che completamente mi disarma in faccia a Lui — nel solo dubbio di dargli un dispiacere – Ma ciò resti: fra me e Lei, illustre Maestro, e perdoni uno sfogo, che quasi mi è caduto involontariamente dalla penna. Intanto, la volontà e la forza non mi fanno, grazie al Cielo, diffetto, e tiro avanti – Spero in seguito avere un efficace ajuto in mio figlio Tito, il quale, se il giudizio paterno non falla, parmi abbia le qualità volute per ben riescire –
     Nello stendere il nuovo Atto Sociale il nostro Avvocato Dina, non solo, ma lo stesso Avvocato di Casa Lucca, trovarono la mia posizione così modesta che, sponte propria, proposero un qualche aumento nel mio stipendio: tale proposta, vivamente appoggiata da Erba, fu subito accettata da tutti. Da parte mia poi, valendomi delle mie facoltà in amministrazione, ho aumentato lo stipendio al Tornaghi, il quale mi pare soddisfatto – Ciò era cosa equa del resto, visto il maggior lavoro che ora gli spetta! – Glie ne do notizia, persuaso che le farà piacere, e rammentandomi altresì le raccomandazioni che si compiacque farmi, vi ho dato passo appena mi fu possibile –
     Con quel Sieni che presentò un falso Otello a Messico, siamo in trattative per regolare la di lui posizione, e fargli fare ammenda: spero riuscire e sarà un bel precedente. Verrà la volta di quel briccone del Ciacchi!!... pur troppo un telegramma mi annuncia che la bricconata si effettuò in questi giorni coll’andata in scena dell’Otello a Buenos-Ayres – È un’infamia senza nome!... e se appena si potrà, daremo una lezione coi fiocchi a quel signore che non può essere che ladro o falsario.
     Ma io davvero mi dilungo in chiacchere non più finite!!... ma per la fine tengo la bonne-bouche, e chiedo quando andranno a Montecatini?... e questo chiedo perché fece promessa di passare prima per Milano... e questo poi vuol dire per noi qualche giorno di vera, e cara soddisfazione – Intanto desidero vivamente loro notizie, ed ottimissime, tanto per Lei che per la cara nostra Signora Peppina.
     La mia famiglia sta bene: ora comincia l’epoca degli esami, e quindi truscia, e sgridate, con tutto il bataclan relativo.
     Ed ora mettendo la parola: Fine: a questa interminabile mia, le farò tirare un respiro di soddisfazione — ma prima bisogna che Le dica che ora e sempre la mia devozione e la mia gratitudine verso di Loro è inalterabile, e che mi piace ripetere questo non una ma le mille volte, e dirmi
                                                                                                           Affmo
                                                                                                   Giulio Ricordi

Note

Già in I-BSav

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 132/57).

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, p. 291.-293

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Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 16/06/1888

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