Corrispondenza

Giulio Ricordi a Giuseppe Verdi, 15/03/1887

Data topica

Data topica
Milano

Data

Data
Milano, 15 Marzo 87.

Tipologia

lettera

Descrizione fisica

Tre bifolii listati a lutto, undici facciate scritte.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-BSAv

Trascrizione


                                                                                            Milano, 15 Marzo 87.
Illustre Maestro.

     Appena ricevetti stamane l’onorata sua, chiamai subito il Zuccarelli scenografo e per fortuna non aveva peranco cominciato la tela del 2do Atto – Gli ho comunicato le di lei idee in proposito e sono lieto dirle che mi pare si riescirà completamente a fare la scena come Ella ha indicato – Anche la difficoltà della garza come vetro, fu eliminata, adottandosi un altro tessuto che darà l’idea dei vetri, rimanendo abbastanza trasparente per distinguere il giardino – Ora dunque il scenografo Zuccarelli è pienamente persuaso e farà la scena come si deve. Ho visto anche la pianta dell’ultima scena, colle modificazioni da Lei suggerite, e mi pari vadi bene: come pure mi piacque la IIIa scena, che mi presentò intiera in maquette.
     Scrivendole dopo pranzo, non ho ora qui la lettera Piroli che Le rimanderò dimani: benissimo la circolare del Ministro della Guerra: ora mi pare sia opportuno di lasciar passare qualche giorno e poi manderò una speciale circolare nostra a tutti i Capi-musica militari, dei quali mi procurai nota – Approva Ella questa idea? – Come Diogene, sono sempre alla ricerca di una buona Emilia per Roma e Venezia! – Pare impossibile, ma è difficile riescirvi: ma bisogna riescirvi: si è trovato anche un buon Rodrigo – Ho visto stamane Boito, il quale con grande mia gioja mi portò 1° e 4° Atto edizione francese, completamente in ordine e che subito passai in lavoro – Con grande, grandissimo piacere ebbi loro buone notizie –
     Ed ora, Maestro, devo fare appello alla di lei inesauribile bontà, per intrattenerlo di cose mie particolari – Se ciò mi azzardo a fare, si è perché ... mi permetta pur dirlo, io La calcolo come un secondo padre!… è forse troppa orgogliosa presunzione la mia?… Spero di no –
Riferendomi ai discorsi che tenni con Lei e la Signora Peppina a Milano, il giorno avanti la loro partenza, le dirò che ho pensato molto, moltissimo ai casi miei, e mi sono sempre più persuaso della necessità assoluta di un passo decisivo – Però non volli fidarmi di me stesso, nel timore che qualche erroneo giudizio, o qualche stolta presunzione mi traesse per una via sbagliata – Decisi quindi di esporre lo stato delle faccende della mia famiglia a persona superiore per ingegno ed avvedutezza e nella quale ho la più grande stima e fiducia non solo, ma vera amicizia perché compagni di scuola, poi compagni d’arme: questa persona è il Sindaco Negri – Esso ha giudicato trovarmi io, in una posizione falsa e dannosa per l’interesse della mia famiglia, falsa e dannosa per l’avvenire della grossa azienda d’affari: dovendosi camminare coi debiti riguardi, ma con piede sicuro, mi indicò un avvocato, persona di acuto ingegno, e di onestà certissima — fidatissimo sotto ogni riguardo – Ebbi con questi un lunghissimo colloquio, con questo risultato: aver io obbligo, dovere di agire, le circostanze reclamandolo imperiosamente: se torto v’è da parte mia, esser quello d’avere anche troppo tardato, quantunque ciò fosse effetto di un sentimento di filiale delicatezza verso mio padre, ch’esso apprezzava pienamente – Esso è disposto a farsi mio completo amichevole patrocinatore: ma osservò che, iniziando lui la cosa, sotto qualunque veste si presentasse a mio padre, questi non avrebbe visto in lui che un avvocato: il che ora avrebbe inutilmente e dannosamente impressionato – Dovere quindi persona influente iniziare la cosa con mio padre, in via di solo amichevole consiglio – Ecco perché ora Maestro le dico: sono quì da Lei, come il povero del Vangelo cioè: bussando perché mi si apra – Né occorre ch’Ella si muova, come nella grande bontà sua mi disse essere disposto a fare, bastando poche righe di lettera a mio padre – Ove Ella sia disposto a farmi questo gran bene, sarebbe necessario ch’io Le esponessi il colloquio avuto coll’avvocato ed i consigli datimi ed in tal caso farei una rapidissima corsa presso di Lei – Temo però ch’Ella ora lasci Genova, per sfuggire le probabili ... felicitazioni troppo clamorose del San Giuseppe: ma al caso, se ciò non la disturba, quella corsa rapidissima potrei farla anche in altro luogo, bastando per ciò un di Lei cenno –
     Povero Maestro!... io la tormento!.. non la lascio tranquillo ... ne sento rimorso, un vero rimorso!... ma è la gravità delle circostanze che mi vi obbligano! – Già da qualche anno sentivo la necessità di questo passo ... ebbene mai mi sono deciso appunto per non presentarmi a Lei con un bagaglio di miserie e darle una noja, che per me è veramente cosa oltremodo discara, anzi dolorosissima – Il suo cuore è tanto grande che accoglierà benignamente anche questa! —
— Mo, bravo! mi dirà Lei! sono questi gli auguri per San Giuseppe?... 
— Le grazie, Maestro, si domandano appunto ai Santi: e così ne ho due da invocare!.. il Santo Giuseppe e la Santa Giuseppina! – Non sono forse fortunato?...
     E mille, poi mille, e mille scuse ancora – per parte di chi Le è sempre devoto e riconoscente con tutte le forze del cuore.
                                                                                                        Di Lei Aff.
                                                                                                     Giulio Ricordi

Note

Già in I-BSAv.

Posseduto Insv
Fotocopia (n. 132/19)

Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 174-176.

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