Corrispondenza
Tito I Ricordi a Giuseppe Verdi, 11/02/1865
Data topica
- Data topica
- Milano
Data
- Data
- Milano, 11 febbraio 1865
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Busseto
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, due facciate scritte. Carta intestata della ditta Ricordi. Sul verso reca appunto di Verdi. «Lo scrittore del libretto avrà in comune col Compositore di musica i diritti d’autore sulla rappresentazione dell’opera qualora inventi il Dramma. Se ridurrà pertanto a proporzioni musicali un dramma creato da altri, dovrà intendersi prima coll’autore originale onde non venga impedita la rappresentazione e danneggiati gl’interessi del Compositore».
Trascrizione
Milano 11 febbrajo 1865
Illustre Maestro Cavaliere
Sigr Giuseppe Verdi
Alla Croce di Malta
Genova
Amico carissimo
In possesso della cara tua d’jeri fui da Lissoni a sentire il suo parere in proposito all’art° 6 del noto Progetto di legge mostrandogli le tue osservazioni. Egli ha rimarcato che non si può fare oggetto di disposizioni legislative la distinzione che tu vorresti che fosse fatta fra gli scrittori di libretti originali e i traduttori e riduttori di drammi forestieri e che questa distinzione dovrebbe piuttosto promuovere speciali convenzioni fra Maestri e Poeti. In mancanza di speciali convenzioni, l’art° 5 provvede a stabilire i rapporti fra Maestri e Poeti e l’art° 13 stabilisce la misura de’ rispettivi diritti. E difatti mi pare che queste disposizioni sieno abbastanza chiare e semplici, considerandosi che la relazione fra Maestri e Poeti li vincola già reciprocamente in modo tale da rendere quasi superflua una disposizione di legge che abbia a regolare i loro rapporti. Un Maestro, prima di mettersi a musicare un libretto, sia originale o traduzione od altro, stabilisce col Poeta le condizioni d’interesse, o pagandogli una somma e rilevandogli ogni proprietà del suo lavoro e i relativi diritti d’autore, o facendo un contratto di sorte, o confermando quanto è stabilito della Legge, epperò tanto all’Avvocato Lissoni quanto a me sembrerebbe superfluo il proporre su ciò emendamento di sorta. Nel caso che non avessi compreso la forza delle tue osservazioni vogliami darne maggiore spiegazione, ne parlerei ancora con Lissoni, e credo che fares simo in tempo ad aggiungere un altro articolo alle altre proposte di emenda menti che si sta compilando. Saranno brevissime e stese legalmente, perché non abbiano ad incontrare opposizione presso coloro ai quali le presenteremo, cioè che possano venir lette e difficilmente confutate. –
Come ti telegrafai spiacemi di non potere procurarmi il piacere di venire a ve derti soffrendo alquanto in salute e non potendo espormi a viaggi di ferrata. Il medico mi ha ordinato un po’ d’aria del mio Lago di Como, e sarà forse questa la cura che preferirò. E tu, non fai proprio conto di fare una corsa a Milano?
Jeri ho mandato a Escudier a Parigi il 4° Atto del tuo Macbeth. A giorni poi ti manderò la mia copia dell’intero spartito che gentilmente offristi di rivedere. –
È cosa intesa che non sarebbe a prodursi in Italia fin dopo che non sia andato in scena a Parigi.
Domani ti scriverò di nuovo per mandarti le proposte di emendamenti che già ti avvisai che riguardano gli art.i 3 e 13 ed il vuoto esistente a proposito delle Copie manoscritte. Te lo indirizzerò a Torino da Trombetta, salvo che riceva qualche tuo ordine in contrario.
Addio, mio caro Maestro, ti ringrazio per l’appoggio di cui mi favorisci, sta bene e credimi
il tuo affmo amico
Tito di Gio: Ricordi
Note
- Testo di mano di Eugenio Tornaghi.
Posseduto Insv
1 fotocopia (n. 22/78b)
Media





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