Corrispondenza
Italo Pizzi a Giuseppe Verdi, 29/05/1884
Data
- Data
- Firenze, 29 maggio 1894
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, due facciate e mezza scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-BSAv
Trascrizione
Firenze 29 Maggio 1884
Illustre Maestro
Sempre grato e riconoscente del gentile favore ch'Ella si compiacque di farmi con l'esaminare nello scorso autunno un mio lavoretto, mentre ho fatto conto grandissimo de' Suoi giusti suggerimento, io pensava già da tempo di attestarle la mia gratitudine meglio che non ho fatto finora, con qualche mio recente lavoro che avrei pubblicato. Ma gli editori sono troppo lunghi, le trattative di pubblicazione m'hanno portato via tempo lunghissimo, e il lavoro mio, d'una certa ampiezza, non può essere stampato che nel corso di due o tre anni. Non potendo adunque offrirle qualche cosa mia di più recente, (ciò che mi riserberei di fare, se Ella me lo permette, in avvenire) e ritardandomi troppo il tempo, mi prendo la libertà, e ne domando scusa, d'inviarle per pacco postale due mie pubblicazioni d'alcuni anni fa, con la preghiera che Ella voglia accettarle, come attestato di ossequio e di grato animo, con quella squisita bontà di cui Ella mi ha già date tante prove.
Uno dei libri, Racconti Epici, è un altro saggio della mia traduzione del Libro dei Re di Firdusi, che spero di compiere fra un paio d'anni, e contiene diversi episodi del gran poema guerriero, rappresentante a vivi colori la terrena battaglia fra il male e il bene, ritraente l'indole di quel popolo di Persia, osa sì decaduto e avvilito, un tempo così grande e intraprendente. L'altro, Antologia epica, è una raccolta di saggi di diversi poemi eroici, tutti tradotti da me e commentati, eccetto alcuni squarci d'un poema indiano. Sono episodi tolti da poemi orientali, di Persina cioè e d'India, e da poemi nordici, come dall'Edda e dai Nibelungen di cui s'è tanto parlato ai nostri giorni, e da quel poema dei Finni, detto il Kalevala, interamente sconosciuto in Italia, eppure così nuovo per l'insolito fare poetico e per le meravigliose avventure che racconta. Io, raccogliendo questi racconti e traducendoli il meglio che ho potuto, ho cercato di far conoscere fra noi qualche cosa di quegli antichi cantori che pur rappresentano le età prmitive e ingenue della poesia.
Ed ora, oso nutrir speranza che Ella, Illustre Maestro, vorrà accoglier benignamente questi miei lavori, qualunque essi siano. E se ciò Ella vorrà concedermi, e se, in qualche momento ch'Ella abbia di tempo, vorrà scorrerne qualche pagina, io sarò pienamente contento, felice anche più per aver incontrata la grazia di Persona tanto illustre, che io (mi permetta di dirlo) tanto amo e venero, come è debito di ciascun buon italiano che ha care le vere glorie del suo paese.
Spero che Ella vorrà perdonarmi la libertà che mi prendo, tanto più che già da Lei, con squisita cortesia mi fu perdonato un soverchio e temerario tratto d'ardire quando La pregai di esaminar quel mio tentativo di dramma lirico. E con questa speranza e con l'espressione del pià profondo rispetto e verace ossequi, ho l'onore di dichiararmi
Di Lei, Illustre Maestro
Devmo Obblmo
I.Pizzi
Note
- Già in I-BSAv.
Posseduto Insv
–
Media


Italo Pizzi a Giuseppe Verdi, 29/05/1884
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