Corrispondenza
Giuseppina Negroni Prati Morosini a Giuseppe Verdi, 18/09/1886
Data
- Data
- Vezia, 18 settembre 1886
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, quattro facciate scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-BSAv
Trascrizione
-
Vezia sopra Lugano
18 Settembre 1886
Caro Verdi,
Quest’anno è stato poco fortunato anche per me: ho avuto la mia cara Annetta molto ammalata, e ancora non è interamente rimessa, e mentre co minciava essa a star meglio, vengo chiamata presso la mia Antonietta, pure ammalata, e vi passai un mese nella villa Casati, presso Monza – se Dio vuole ora quella mia carissima sta meglio – ma in quel mese dovetti correre a Milano due volte a otto giorni di distanza per la morte di due sorelle Bisi, amiche mie carissime, che mi lasciarono profonda impressione nel cuore – Ma io sono tanto robusta, che resisto a tutto, e la mia salute non ne ha sofferto.
Ora scrivo sotto dettatura di Annetta, che assolutamente pretende che voi avete un debito verso di lei. Dice che se trovate tempo d’andar a Piacenza a vedere un quadro, e farvi ammirare per la vostra floridezza, potreste anche venire a Vezia a visitare una reliquia del passato – Da Milano in due ore, poco più arrivate alla Stazione di Lugano, dove saremo a prendervi: percorrerete una delle strade più pittoriche: a Lugano vi faremo vedere dei miracoli d’arte luinesca; e l’aria balsamica di qui, e la certezza di procurare un immensa soddisfazione alle vostre vecchie amiche, certo gioveranno anche alla vostra salute, e tornereste a S. Agata con maggior vigore per riprendere i vostri lavori. Dite alla Peppina che non la stancheremo, le lasceremo condurre la vita che più le conviene. Che se poi volesse venire con voi il vostro Piroli, saremmo ben contente di averlo nostro ospite, in questo eremitaggio, dove ora siamo sole, e dove dovreste adattarvi ad una vita molto semplice e modesta.
Annetta decisamente non aspetta altra risposta che l’avviso del giorno e dell’ora in cui arriverete; se vi pesa lo scrivere, mandate un dispaccio – e a presto rivedervi. (non vi parleremo di musica).
Ma per iscritto mi permetto dirvi che questi tempi penso molto al vostro Otello, che credo dev’essere un’enormità – L’essenza di Shakespeare, che voi avete indovinato da giovinetto, deve estrinsecarsi meravigliosamente in questo vostro lavoro di predilezione, pensato, Dio sa da quanto tempo, e compiuto nella maturità della vostra mente. Badate che questi pensieri, che ho comuni con Annetta, non li svolgiamo mai con altri, convinte però che l’esito dell’opera sarà come ce l’immaginiamo.
Quest’anno anticiperemo la nostra andata a Roma per essere di ritorno per il gran giorno d’Otello, supponendo e sperando che non vada in scena prima del Febbrajo, ché le mie figlie non vogliono mancare ad una serata simile; e noi, quietamente a casa godremo dei vostri trionfi
Ma per ben compire l’opera, è necessario venire a Vezia, ché se ci venite una volta, temiamo che la vostra visita si ripeterà ogni anno.
Dunque non accettiamo scuse e ci affidiamo specialmente al buon volere della Sigra Peppina, alla quale mandiamo saluti affettuosi.
A voi una stretta di mano
dalla vecchia amica
Giuseppina Negroni Prati Morosini
Note
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Posseduto Insv
–
Bibliografia
Carteggio Verdi-Morosini, a cura di Pietro Montorfani, apparati critici di Giuseppe Martini e Pietro Montorfani, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2013, pp. 197-198, n. 143
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Giuseppina Negroni Prati Morosini a Giuseppe Verdi, 18/09/1886
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