Corrispondenza
Giuseppina Negroni Prati Morosini a Giuseppina Verdi, 25/05/1881
Data
- Data
- Lenno, 25 maggio 1881
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Sant'Agata]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, quattro facciate scritte. La porzione di testo finale da «a nome» alla firma compresa è sovrascritta al testo dell'ultima facciata, ruotata di 90°, per mancanza di spazio alla fine del foglio
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Gentilissima amica,
Lenno (Tremezzina) 25 / 5
1881
Dovrei vergognarmi guardando alla data della sua lettera, alla quale col desiderio risposi subito per ringraziarla di tutte le belle cose ch’ella mi dice a proposito dell’acquerello di Verdi – ma – a me che cerco costantemente le quiete, capitano invece sempre nuove occasioni di trambusto – e la corrispondenza ne ha sofferto – Sono ben lieta d’essere riescita a farle cosa grata, e le dirò poi che il piacere che ho provato a ritrarre quella bella testa (non lo dica all’originale) non mi ha lasciato sentire la fatica del lavoro. È per me il momento più bello della giornata quando, dato passo a tutte le faccende della casa, mi posso sedere tranquillamente nel mio studio a dipingere: vi passo delle ore in perfetto silenzio, e dopo mi sento meglio.
Da alcuni giorni sono venuta colla mia Annetta e Fava a riposarmi in questo delizioso sito – siamo in casa d’un carissimo amico dove ci troviamo precisamente come in casa nostra: egli possiede una di quelle villette che non eccitano la curiosità dei touristi – piccola, ma con ogni comfort – ha davanti un giardinetto che termina col lago, e sotto a un ampio platano dove passiamo il dopo pranzo, si gode una vista delle più stupende – in faccia una montagna severa e a tinte fredde, più in là la ridente collina su cui è posto Bellagio colle sue magnifiche ville, e in fondo la famosa Grigna, ancora coperta di neve, che all’ora del tramonto prende tinte dorate, ora rossiccie, veramente incantevoli.
Si possono passare delle ore in contemplazione di quella stupenda natura che innalza riverente la mente al Creatore e se poi si medita, discendendo collo sguardo, a quei sontuosi palazzi, tanto più vi sentiamo il nulla delle cose terrene, pensando a quei potenti signori che pochi anni sono vi spargevano le loro dovizie, e di cui ora appena si ricordano i nomi!
Io vo pensando a trovarmi pur in questi dintorni un nido tranquillo dove verrei co’ miei due fidi compagni a passare gli ultimi anni della mia vita che le assicuro, fu ben travagliata e di cui ben scarse furono le gioje. Il nostro ospite, Ing.re Barbavara è un vieux garcon d’un carattere che piacerebbe tanto anche a lei: è un fido amico che trovai sempre tale nelle circostanze più solenni della mia vita e col quale anche Fava simpatizza assai: egli ci ha preparato un buon cembalo e la sera trattengo colla musica i miei tre compagni. Poi stiamo leggendo ad alta voce i Ricordi di Duprè – che sono bellissimi: Fava opina essere quello uno dei più bei libri usciti recentemente – Mi ricordo quanto Verdi fosse entusiasta di quell’artista quando andò a Firenze per mettere in scena il Macbeth – di ritorno ci parlò tanto dell’Abele che destò grande ammirazione in tutti. – Eppure quanti dolori costò all’artista! – Ma vedo che devo finire, e me ne duole, perché chiacchieravo tanto volontieri con lei – Mille cose a Verdi a nome anche di Annetta e di Fava, sempre entusiasta del Boccanegra, ella mi tenga sua sincera amica
G.na Negroni Prati
Morosini
Note
- Già in I-BSAv.
Posseduto Insv
–
Bibliografia
– Carteggio Verdi-Morosini, a cura di Pietro Montorfani, apparati critici di Giuseppe Martini e Pietro Montorfani, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2013, pp. 123-125, n. 75
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Giuseppina Negroni Prati Morosini a Giuseppina Verdi, 25/05/1881
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