Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi, 02/04/1886
Data
- Data
- Parigi, 2 aprile 1886
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Milano]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate e tre quarti scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- US-NH
Trascrizione
-
Paris 2 Aprile 1886
Car Giulio
Cosa volete che vi dica! Io, si può dire, non faccio, né ho nulla da fare qui, eppure non ho un momento di libertà!... nemmeno per rispondere alle lettere degli amici; e per questo mi scuserete se non v’ho risposto prima. –
Sono stato jeri sera a sentire Maurel!... Benissimo, in tutta l’estensione della parola! La voce come prima: il talento forse perfezionato. Ho sentito Duc tenore all’Opera. Stupenda voce, unica... e canta anche bene. È impossibile trovare chi attacchi con più sicurezza i suoni, e chi abbia le voci medie [pentagramma in chiave di tenore e note mi fa sol la si do] più belle. Esecuzione del Gugliemo Tell, in massa, buona assai. Non l’ho mai sentita così.
Nel Cid la compagnia buonissima. Non avrei mai creduto nel De Reske tenore, di trovare un’eccellente artista. De Reske basso, buono. Due donne eccellenti. Voci un po’ sottili ma che portano: cantano bene e stanno benissimo in scena. La Caron poi è un’artista di prim’ordine (malgrado la voce sottile) ha il diavolo adosso ed è bella! Che superba Desdemona! La mise en scene stupenda! Che belle scene! Dipinte con quel certo non so che di velato e misterioso cherendonorende il teatro più ampiolontanopiù lontanopiù imponente!! etc. E questo non si è mai potuto fare alla Scala!! Anche l’orchestra ed i Cori eseguiscono meglio del solito. Buoni i ballabili, caratteristici ed originali, ma più che originali, strani!
Lunedì andrò a sentire Sigurd, e poi basta colla musica. – –
Ho sentito del grosso fiasco della Traviata alla Scala!! ma che diavolo vi salta in mente di snidare quelle opere vecchie? Bisogna conoscere e studiare un po’ il pubblico, e persuadersi, che quello della Scala specialmente che posa a giudice supremo, vuole opere alla moda coi capellini alla Virot. Dateci un’opera, magari un po’ snervata, piccolina, manierata ma che abbia qualche leccatura d’orchestra e una vernice di moda, e griderà al miracolo, alla rivelazione dell’arte dell’avvenire!.
Addio dumque e state sano. Noi stiamo bene malgrado la fatica. Non so quando lascieremo Parigi.
Ad Ad
Saluti per Peppina G. Verdi
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 153/27)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Ricordi 1886-1888, a cura di G. Carrara Verdi, F. Cella, M. Conati, G. De Van, P. Petrobelli, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2010, pp. 30-31
Media


Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi, 02/04/1886
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