Corrispondenza
Antonio Ghislanzoni a Giuseppe Verdi, [14]/03/[1877]
Data
- Data
- [Lecco, 14] marzo [1877]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Genova
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate, con busta affrancata.
Sulla busta, di altra mano: «Ghislanzoni».
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Indirizzo (busta)
- All’Illustre Maestro / Giuseppe Verdi / Genova
Timbri postali
- LECCO / 14 / MAR / [7]7
GENOVA / 15 / MAR / 77 / 12M
Trascrizione
Maestro Preg.mo
Lecco = Marzo = Mercoledì
1877.
Ho ricevuto le Lire 200, ch’Ella mi ha spedito a mezzo di vaglia in favore della famiglia Dall’Argine. L’oblazione è degna del suo gran cuore, ed io la ringrazio prima d’ogni altro. Vedo che da ogni parte arrivano soccorsi alla povera famiglia derelitta, e me ne compiaccio assai, assai. Ella mi chiede se scrivo libretti e su quali temi. Dio! non me ne parli – o piuttosto, non mi obblighi a parlare...! Qualche volta, mi getto sovra un divano estenuato, e grido: i maestri mi uccidono! Badi che Ella non ci entra per nulla in questa mia antifona funebre; si tratta di maestri che non sanno quel che si vogliono. All’avanguardia sono da collocarsi Gomes e Ponchielli; e Dio ha voluto che toccassero a me! Pel primo sto scrivendo La Maschera, tema assai lugubre, desunto da un romanzo inglese. Si potrebbe anche intitolare Carlo Stuart, ma il vero protagonista del dramma è un Cavaliere di Lapole che si presenta mascherato nell’ultima scena e fa le veci del boja per troncare la testa del Re. Al Ponchielli scrissi I mori di Valenza, desunti dal romanzo di Scribe Piquillo Alliaga. Al Cagnoni scriverò probabilmente la Carmosine di Alfredo di Musset, il quale ha desunto il suo breve dramma da una novella del Boccaccio. Il maestro Cagnoni, che ora è quì in casa mia, mi incarica di inviarle i suoi rispettosi saluti. Ha terminato, su mio libretto, la Francesca da Rimini e pare verrà data a Ravenna nella prossima primavera.
Eccole le poche notizie che io posso darle di me. Vivo da romito, ma la solitudine non mi pesa. Quì la natura è veramente incantevole, e quando, per affari o per diporto, faccio una corsa a Milano, dopo poche ore mi pare di non poterci più vivere, e torno ai miei paesi coll’impeto del più ardente desiderio. Ed Ella... ha proprio deciso di non scrivere più pel teatro! Tutto il mondo ne è desolato. Gli impresari della Scala non sperano che in Lei.
Mi saluti tanto la sua egregia signora Giuseppina, e l’ottimo Corticelli. Io con stima e cordialissimo affetto mi dico
Di Lei D
A. Ghislanzoni
Note
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Posseduto Insv
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