Corrispondenza
Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 05/02/1881
Data
- Data
- Milano, [5 febbraio 1881]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- Sant'Agata
Tipologia
- Lettera
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- I-PAas
Trascrizione
Sabato – Milano
Caro Maestro
Ricorro al mio vecchio paragone del tavolo, ora è la quarta gamba che tentenna. Conviene saldarla e usare in questa operazione molta avvedutezza per impedire che, rifrancata questa, non tornino a zoppicare le altre. Da due giorni penso e ripenso al quart’atto L’idea dell’introduzione d’orchestra a si pario calato colle grida interne mi piace assai, è utilissima, lega mirabilmente la fine del terz’atto col principio del quarto, raduna gli avvenimenti dei due ultimi atti in una unità di tempo rapida, stringata dramaticissima. Ma quest’idea non basta. La scena fra Fiesco e Paolo non può più rimanere quale è. Converrà mutare qualche condizione della scena fra il Doge e Fieschi. (Fie schi e il Doge si sono già trovati a fronte in un moto violento, due atti prima cioè nel pezzo d’insieme.) Fin dalle prime parole del Doge nel quart’atto bisogna far presentire la catastrofe. Nel libretto vecchio, Simone, quando dice: brando guerrier ha una salute troppo soddisfacente. Insomma le invierò domani un tentativo di ristauro, verseggiato, ed Ella giudicherà.
La ringrazio, Caro Maestro mio, per le cortesi parole colle quali Ella incomincia la sua lettera.
A domani. Un saluto di cuore
Suo
A. Boito
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 116/7)
Bibliografia
Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2015, n. 28, pp. 47-48
Media



Arrigo Boito a Giuseppe Verdi, 05/02/1881
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