Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Léon Escudier, 10/07/1876

Data

Luogo di destinazione

Descrizione fisica: Un bifolio, tre facciate e mezza scritte. Sulla prima facciata, a matita, di altra mano, entro circoletto: «219.». Timbri della Bibliothèque Nationale de France.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Trascrizione: S^t Agata 10 Luglio 1876
Car Leon

Aspettavo di giorno in giorno vostre lettere, ma non ricevendole io ne mando a Voi... È vero che non saranno molto interessanti perché da questa spelonca non vi è nulla a dire. Ma se vi è a dire che fà molto caldo! Ma era tempo, chè da noi il caldo fà bene.
So che voi siete stato a Londra, e sono persuaso che avrete trovato gli Inglesi più musicisti d'una volta. Quanti teatri! Quanti concerti! Quanti capi-d'opera classici!!
Si dice che Aida và bene e fà denari. Non so poi come sia (salvo la Patti) eseguita. M'incontrai pochi giorni fà con un Francese intelligente che l'aveva sentita quasi tutta le sere a Parigi. Mi disse plagas di quest'Aida di Londra. Dumque la verità qual è? Muzio è qui da qualche giorno e vi resterà fino alla fine del mese.
Nell'esaminare le prove di stampa del Quartetto che m'ha mandato Ricordi ha trovato uno sbaglio che è grave e temo che vi possa essere anche nella vostra Edizione. Mando la correzione in un foglio in un foglio volante qui unito. - –
Come và l'affare Du Locle Trieste, triste, triste!
Ebbene, convenite anche voi ora di quello che vi vi dissi a Parigi, cioè che non ne avressimo cavato niente, e che non si faceva altro che sprecare il tempo ad aggiungere altre spese. Ne convenite anche Voi? -
penso vi scriverò più tardi. Io vi saluto a nome di tutti e mi dico
Vs
G.Verdi