Corrispondenza

Giuseppe Verdi a Léon Escudier, 01/04/1867

Data

Luogo di destinazione

Descrizione fisica: Un bifolio, tre facciate e tre quarti scritte. Sulla prima facciata, in alto, a sinistra, a matita, di altra mano, entro circoletto: «111.». Timbri della Bibliothèque dell'Opéra.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Trascrizione: Génes 1 Avril 1867
Mon chèr Léon

Ho ricevuto la vostra carissima e vi ringrazio di aver pagato Cadeaux e Dantan. Vi mando due parole per Peragallo onde voi non restiate in isborso della somma spesa per me.
Sono a Genova, domani sarà a S^t Agata, insomma sono quindici o venti giorni che non faccio che correre sur les chemins de fer. Parola d'onore siamo tutti un mucchio di matti! Vi domando un po' se non d'aver passati
Otto mesi all'Opéra!!!!!!!!
era necessario di seccarsi l'anima per correre sulle strade di ferro? Insomma non si finisce mai, e non si può mai trovare un'ora di quiete. Credo che il meno male sarebbe ancora di scrivere delle opere se non vi fossero le prove. – Ho letto sulla Gazetta di Ricordi il resoconto sul D. Carlos dei principali giornali di Francia. In fine sono un wagneriano quasi perfetto. Ma se i critici avessero fatto un po' più d'attenzione, avrebbero visto che le stesse intenzioni vi sono nel terzetto dell'Ernani nel Sonambulismo del Macbet ed in tanti altri pezzi et.... et... Ma la questione non stà nel sapere se appartiene il D. Carlos ad un sistema, ma stà nel sapere se la musica è buona o cattiva. La questione è netta e semplice e sopratutto giusta.
Addio mio caro Leon. La Peppina aspetta una vostra lettera. Vogliatemi bene
e credetemi Vs.
G.Verdi