Corrispondenza

Temistocle Solera a Giuseppe Verdi, 13/01/1846

Data

Data
[Antibes], 13 gennaio 1846

Luogo di destinazione

Luogo di destinazione
Venezia

Tipologia

Lettera

Descrizione fisica

Un bifolio, tre facciate, indirizzo sulla quarta facciata.

Ubicazione presso il soggetto conservatore

Ubicazione
I-PAas

Indirizzo (busta)

Al Chiarissimo Signore / Sig.r Maestro Giuseppe Verdi / Venezia / Italia

Timbri postali

ANTIBES / 18 JANV. / 46
[AIX] EN PROVENCE / 18 JANV. / 46 / 12
VENEZIA. / 24 GEN.

Trascrizione


Caro Verdi, 

     Oggi solo, giorno 12 Gennajo, ricevo una tua lettera, datata il giorno 25 dicembre; come potrà arrivarti la mia risposta in tempo. Mio Verdi; la tua lettera è stata un fulmine per me: non posso negarti il mio indefinibile dolore nel vedere chiuso in parodia un lavoro, del quale osava compiacermi. In che modo non dovea riuscirti più inspirata la solennità d’un Inno, che potea dalla tua immaginazione prendere tutto il carattere della novità? Nella chiusa che tu mi mandi non trovo che una parodia; Attila che segue Odabella, Odabella che fugge un talamo nel quale avea posto tutte le speranze di vendetta, ecc. sembranmi cose che rovinano tutto quello ch’io ho creduto infondere ne’ miei personaggi. Fiat voluntas tua; il calice che mi fai bevere è troppo doloroso; tu solo potevi ben bene farmi capire che il librettista non è più mestiere per me. 
     Spero bene che mi darai subito tue nuove, e dell’opera appena in iscena. Intanto io ti prego almeno a cambiare qualcuno dei versi che non sono miei, onde la pillola mi riesca meno amara. Ti mando la tua copia medesima, onde tu vegga meglio le correzioni ― 
     Tu mi parli d’alcuni che non intendono leli versi Avrai tu l’Universo, resti l’Italia a me; né il cielo, né l’inferno accoglierà questi signori; ecco la spiegazione: tu, o Attila, unito a me, potrai non solo abbattere l’impero d’Occidente, ma sibbene anche quello d’Oriente; allora tu resterai padrone di tutto il mondo, ed io non chiederò per me che la sola Italia .
     Giacché tu credi avere ancora qualche cosa a dovermi (ciò che io non saprei) ti sarò molto obbligato se vorrai mandare una lettera al signor Torre di Genova, ond’egli mi faccia pagare questo denaro il più presto possibile in Barcellona, col mezzo d’una cambialetta. Questo però io te lo dico per giovarmi della tua bontà, non perché io creda che tu mi debba ancora qualche cosa; ti ringrazio adunque, e baciandoti mi dico

                                                                                Tuo Aff.o Temistocle Solera
13 Gennajo 1846

P.S.
Mandami, ti prego, una copia del libretto. Col primo d’Aprile comincia per me una discreta fortuna; Mia moglie è scritturata per Valenza  a tutto Aprile dell’anno venturo con 12,000 franchi, ed io begu come direttore degli spettacoli  con 3500 franchi; [...] 15,500 franchi. Vedi che alla fine dell’anno avrò a mia disposizione una discreta somma, costando quì il vivere assai poco. Coi soli miei 3500 franchi possiamo vivere bene. Quest’anno non abbiamo avvanzato nulla perché ho comperato tutta la mobilia, essendo più vantaggioso il far così per chi resta più d’un anno in Ispagna, Addio, Addio !
 

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Temistocle Solera a Giuseppe Verdi, 13/01/1846

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