Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Enrico Tamberlik, 21/02/1862
Data
- Data
- Berlino, 21 febbraio 1862
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [San Pietroburgo]
Tipologia
- Lettera
Trascrizione
Berlino 21 Feb. 1862
Caro Tamberlik
Eccomi a Berlino dopo un viaggio senza sinistri incontri, ma con un freddo da Duneboug a Kovno spaventoso. Abbiamo percorso 3 o 4 miglia in trainau scoperto con 33 gradi di freddo per raggiungere il treno del Gran Duca che si era fermato alla fortezza. Brutta cosa essere a disposizione altrui, même d'un Gran Duca! – Ora capisco cosa significa freddo, e vi fu un momento che mi parve sentire nel cranio tutte le spade dell'armata Russa. Se potessi credere nell'altro mondo un'inferno di ghiaccio, come dice Papa Dante, comincerei domani a recitare rosarj e miserere, e domandare perdono di tutti i miei peccati fatti e non fatti. I vagoni che ci trasportavano da Dunebourg a Kovno non erano riscaldati e perfino il vino – e buon vino da 5 rubli a bottiglia – divenne gelato. Abbiamo pernottato a Kovno. Il pranzo ed il letto erano cattivi ma infine ci siamo riscaldati. Arrivati la mattina dopo alla frontiera, che fu per noi un'oasis, tutte le pene furono finite. Colà un Impiegato gentile, gentilissimo, al quale voi telegrafaste quand'io arrivai a Pietroburgo – e ve ne ringrazio ancora con tutta l'anima – mi ha evitato tutte le noie di dogana, di passaporto, e ci ha fatto preparare un salotto intiero in un vagone che ci ha trasportato felicemente qui. Del resto, dichiaro, protesto, giuro scommetto che non l'anno prossimo non partirò da Pietroburgo, se il freddo oltrepasserà di sei gradi. Resterò piuttosto colà fino nel mese di maggio. Cosa farò in tutto quel tempo? Non lo so... mi divertirò, m'annoierò, bestemmierò, forse scriverò... sì scriverò quel che dobbiamo cantare in Campidoglio oh Roma Roma!... quando arriverà quel giorno! Il sogno di vent'anni di vita!...
Riverite madame de Bourkoff e ditegli che spero a Londra di rimettermi nella sua opinione che ho perduto à moitié, com'Ella mi disse!... Ma se a Londra perdessi l'altra moitié?... allora sarebbe meglio restare chez moi.
Salutate madame Diban a nome anche della Peppina che gli ricorda le raccomandazioni fatte. Voi ricevete i miei ringraziamenti per tutte le noie recatevi, e credetemi ora e sempre.
Vostro aff.
G.Verdi
P. S. Partirò domattina sabato per Parigi. A rivederci colà, addio.
Note
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Posseduto Insv
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Bibliografia
Verdi. Bollettino dell'Istituto di studi verdiani, vol. II, n. 5, pp. 1095-1096