Corrispondenza
Giuseppe Verdi a Antonio Ghislanzoni, 17/10/1870
Data
- Data
- [Sant'Agata, 17 ottobre 1870]
Luogo di destinazione
- Luogo di destinazione
- [Mariaga]
Tipologia
- Lettera
Descrizione fisica
- Un bifolio, tre facciate scritte.
Ubicazione presso il soggetto conservatore
- Ubicazione
- US-NYpm
- Collocazione
- MFC V484.G427
Trascrizione
-
Lunedì
ESgr Ghislanzoni
Nel rileggere il Scenario d’Aida ho trovato il Duetto del 4.° Atto tra Amneris Radamès rifatto dietro le osservazioni ed i tagli da Lei proposti. Glieli mando, non perché lo prenda a norma (le ho già detto di svolgere questa scena come a Lei pare) ma, caso mai vi trovasse qualche frase, qualche scappata buona, se ne serva. Le ripeto per la ventesima volta: Io non desidero che una cosa: riuscire. Ed è per questo che mi prendo la libertà e trovo il coraggio di dir tutto quello che credo utile ad ottener l’intento. Abbia dumque pazienza, ed
ecco il Duetto.
Scena II
Am. Fra poco i Sacerdoti quì
saranno radunati per giudicarti.
Grave su te pesa l’accusa
grave sarà la pena... Pure,
se davanti ai Giudici tu vuoi Incominciando con un Rec.vo
abiurare il tuo delitto io tenterò si troverebbe difficilmente un
d’intenerire il cuor del Re, ed punto per poter attaccare il
ottenere il tuo perdono. cantabile. Parmi che si potrebbe
Rada. No: i miei giudici incominciare subito coi versi li-
non udiranno da me parola rici di qualumque siasi metro,
di discolpa. Voi ben sapete e continuare collo stesso metro
che io sono innocente: che sino alla fine. Del resto a piace-
se il labbro profferì incauti re del poeta –
detti, il cuore è puro. –
Pure, è vero, tradii la
patria. — Il rimorso che
mi lacera l’anima, le mie
speranze svanite mi rendono
odiosa la vita. Ora a me
non resta che un
desiderio una speranza... Morire!
Amn. Morire!... ma io
voglio che tu viva: intendi?
Ah tu non sai quanto
immenso sia l’amor mio
per te. Tu non conosci
i miei giorni angosciosi,
le mie notti che non han
fine. Per te rinuncierei
al trono, abbandonerei il
padre, rinnegherei gli Dei.
Rad. Ed io pure nel delirio
del mio amore per Lei
ho rinnegato il dovere,
Gli Dei, il Re, la patria?
Am. con ira ... Non parlarmi
di Lei!...
Rad. E che?. Voi volete
che io viva?... Voi!...
che foste testimonio dell’
onta mia. Voi, sola
cagione d’ogni mia
sventura,... e forse
della sua morte?
Am. Della sua morte?...
Nò... Essa... vive!
Rad. Che dite? Vive?
Am. In quella notte il padre
solo fù colto e nella
lotta ucciso. Essa ne fuggiva
né ancora ci fù dato
di rinvenirla!...
Rad. a parte Ah fate o Dei ┐ Molto sentimento in questo
ch’Essa raggiunga i suoi lidi, │ a parte che si possa svillup-.
e scordi l’amor mio ┘ pare una bella frase di canto...
e le mie sventure?... ┐ Non vi è pericolo di un ri-
Am. Ma, s’io ti salvo, giurami │ cordo della Norma purché il
che non la vedrai mai più... ┘ verso abbia forma diversa
Rad. Non lo chiedete
Am. Rinuncia ad Aida
Rad. Non posso
Am. Anco una volta:
rinuncia ad Aida o morrai
Rad. Morrò
Am. Insensato! Tu non sai
che quanto immenso è l’amore,
altrettanto terribile è il mio
furore. – Chi ti salva ora? ┐ Qui soltanto starebbe bene
Và che la giustizia abbia il │ cambiar metro far una
suo corso e la tua morte plachi │ strofa di quattro o sei versi per
l’ira degli Dei... ┘ una piccola cabaletta.
Rad. Piombi pure sul mio capo ┐
tutta l’ira tua. Cara mi fia │ Idem
la morte se morirò per Lei ┘
Note
- –
Posseduto Insv
Fotocopia (n. 153/10)
Media



Giuseppe Verdi a Antonio Ghislanzoni, 17/10/1870
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